La comunità, fin dagli inizi, ha continuato ad accogliere numerose giovani attratte dalla vita monastica.
Per questo motivo e per una apertura alla missionarietà - nell’ascolto dell’invito fatto a tutta la Chiesa dal Concilio Vaticano II - dal 1968 vengono inviate alcune sorelle, a piccoli gruppi, a fondare nuovi monasteri, in terra di missione prima, ed ora anche in terra di nuova evangelizzazione come l’Europa Centrale.
La vita, in questi monasteri, rimane la stessa nelle sue componenti essenziali: ricerca di Dio, preghiera, lavoro manuale e lectio divina in una vita semplice ed essenziale, seguendo i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza nel silenzio del chiostro.
Questa vita che potrebbe sembrare appartata, di fatto diviene, per il luogo in cui sorge il monastero, un cuore pulsante che sa indicare con la vita, più che con le parole, il primato di Dio e la dignità di ogni uomo, figlio di Dio e da Lui sommamente amato, al di là di ogni sovrastruttura mondana o culturale.
Ad un povero contadino di America Latina o ad un intellettuale dell’Europa Centrale, un monastero contemplativo dice la stessa parola:
“Tu sei amato oltre ogni misura e per chi ti ama è possibile ed è bello dare tutta la vita!”
